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In alcuni centri di oncologia, le pazienti sono sottoposte a controlli ginecologici regolari allo scopo di individuare tempestivamente segni di carcinoma endometriale. Alcune pazienti si sentono depresse durante il trattamento con tamoxifene, ma ciò può dipendere da altre cause. L’oncologo terrà conto di diversi fattori prima di decidere se il tamoxifene rappresenti il trattamento più indicato per il vostro caso.
RCP – TAMOXENE 20 MG
Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, mentre sono stati https://www.aceitesllorente.com/oxymetholone-compresse-modalita-d-uso/ tralasciati gli effetti collaterali molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia.
È sicuro utilizzare Tamoxene 20 compresse rivestite 20 mg durante la gravidanza o allattamento?
- Il tamoxifene, simulando l’azione dell’estrogeno, s’inserisce nei recettori, ma non è in grado di attivare le cellule neoplastiche, che quindi non si dividono.
- La prima consegna è gratis, dopo si applica il costo della consegna standard di 2,49 €.
- Il tamoxifene è controindicato in gravidanza.
- Sono abbastanza frequenti all’inizio del trattamento, ma tendono a scomparire dopo le prime settimane.
- Tuttavia, questo rischio deve essere valutato rispetto ai benefici derivanti dal trattamento, che per la maggior parte delle pazienti sono di gran lunga superiori ai rischi.
Aimac è grata alla Divisione di Oncologia Medica dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria – Negrar (VR) e in particolare ai Dott. Matteo Clavarezza, Gianluigi Lunardi, Marco Venturini e a Francesca Coati; all’Istituto Regina Elena di Roma e in particolare alle Dott. Antonia Marina La Malfa e Antonietta Coratti per la revisione critica del testo.
I Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito. Se compaiono dolore, sensazione di calore, gonfiore o sensibilità localizzati a un arto, oppure dolore toracico, informate immediatamente l’oncologo che vi ha in cura perché potrebbero essere i segni di una trombosi. A volte, durante il trattamento, l’oncologo può prescrivere basse dosi di aspirina per prevenire questi disturbi.
Molte forme di carcinoma mammario hanno bisogno della presenza di specifici ormoni sessuali, come l’estrogeno, per crescere. Si dice per questo che sono ormono-dipendenti. Sulla superficie delle cellule tumorali sono presenti delle proteine, che si chiamano recettori, che sono sensibili alla presenza degli ormoni sessuali. In circostanze normali, quando gli ormoni sessuali sono a contatto con i recettori, attivano le cellule neoplastiche, che quindi si dividono, e il tumore cresce. Il tamoxifene, simulando l’azione dell’estrogeno, s’inserisce nei recettori, ma non è in grado di attivare le cellule neoplastiche, che quindi non si dividono. Finché il tamoxifene rimane al suo posto, gli estrogeni non hanno la possibilità di raggiungere le cellule neoplastiche, che di conseguenza crescono più lentamente o non crescono più.
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Ti consegniamo i prodotti che hai ordinato all’indirizzo e all’orario che ci hai fornito, e puoi pagare alla consegna al nostro corriere oppure online con ClicPay. Il tamoxifene è controindicato in gravidanza. Normalmente il trattamento con il tamoxifene è prescritto per cinque anni, anche se alcuni oncologi lo prescrivono per due anni e altri a tempo indeterminato. Attualmente si ritiene che cinque anni siano la durata ideale per pazienti in pre-menopausa, mentre per le pazienti in post-menopausa la durata è variabile. Sono in corso degli studi miranti a verificare per quanto tempo dovrebbe estendersi il trattamento con il tamoxifene dopo l’intervento per carcinoma mammario. Alcuni studi sul tamoxifene hanno dimostrato che le pazienti che assumono tamoxifene in dosi elevate per un lungo periodo hanno un rischio leggermente accresciuto di sviluppare un carcinoma dell’endometrio, la mucosa che riveste l’utero.
È possibile eseguire un test per accertare lo stato dei recettori per l’estrogeno (ER) e stabilire se il tumore è ER-positivo. I tumori ER-positivi rispondono molto bene al tamoxifene, ma alcuni studi hanno dimostrato che il farmaco può essere altrettanto efficace anche nei tumori ER-negativi. I tumori con recettori per l’estrogeno sulla superficie delle cellule che li costituiscono si definiscono ‘positivi ai recettori per l’estrogeno’, spesso abbreviato in ER-positivi.